Sul Monte della Stella (che prese il nome dalla chiesa di S. Maria della Stella),
come si legge in un documento notarile del 1707, “se Conoscono l'edificii, et Muraglie
d'una Città distrutta che per tradizione de' Vecchi se dice essere Chiamata lucania".
Dentro queste antiche mura, accanto alla chiesa, che fu ristrutturata verso il 1683,
si tenevano ancora nel Settecento due festività annuali, una il 25 aprile, giorno
di S. Marco, l'altra il 15 agosto, ricorrenza dell'Assunta, entrambe caratterizzate
da un piccolo mercato. Ma è ancora precedente la scoperta di rovine sulla spianata
che si apre sul vertice del Monte: già nel XVII secolo fu individuato il sito di
un'antichissima città. A quegli anni, infatti, risale il dibattito sull'identificazione
di quelle rovine, a cui parteciparono molti storici nel tentativo di dare ad esse
un nome. L’orientamento più comune si è manifestato sempre con un generale rifiuto
nel credere all’esistenza, in quel luogo, di un centro abitato. Molti studiosi,
infatti, hanno negato non solo l'evidenza dei documenti medioevali e moderni, ma
anche le testimonianze materiali di ruderi e frammenti archeologici, che invece
sembrerebbero indicare un insediamento umano nel periodo di tempo che va dal IV
sec. a. C. all'Alto medioevo. L'esistenza di queste rovine fu invece convalidata
dall'accurata descrizione dei due nuclei di ruderi che effettuò F. A. Ventimiglia
nella sua opera del 1788. Mentre G. Senatore, nel suo scritto del 1895 definiva
"un impossibile storico" l'esistenza di una città antica su quel monte. Ma non poté
non ammettere che lì vi era un "altopiano circondato da antiche mura". Nel 1945,
durante una campagna di ricerca, l’archeologo Venturino Panebianco individuò nei
ruderi meridionali il centro principale del gastaldato di Lucania. Ma successivamente,
tra il 1970 ed il 1980, il sito è stato occupato dall’impianto di una base militare
che ha sconvolto irreversibilmente il vertice del monte. Lo stato dei luoghi è stato
profondamente alterato dalla nuova istallazione che ha risparmiato solo la cappella
di S. Maria: sono state prodotte escavazioni fino a 7 metri di profondità, che hanno
compromesso irrimediabilmente ogni futura indagine archeologica su quel sito. Quanto
alle sue origini (non vi sono al momento sufficienti elementi per affermare l'ipotesi
che il centro fortificato sia stata la continuazione di Petilia, l'antica capitale
dei Lucani, come teorizzo il Panebianco), si può congetturare che il suo primo nucleo
abitato si sia formato prima dell’occupazione longobarda (a. 977), quando a seguito
delle incursioni dei Vandali le popolazioni della costa tra Paestum e Velia cercarono
nell’interno zone da abitare più sicure. La guerra greco-gotica (535-553) diede
un impulso al suo incremento, spingendo le genti latine a cercare scampo all'immane
tragedia; sul finire del VI secolo Lucania era già un grosso borgo fortificato,
controllato dai Bizantini finché, tra la fine del VII e la prima metà dell'VIII
secolo, non fu occupato dai Longobardi. Divenne allora il centro giuridico ed amministrativo
del gastaldato omonimo e la sua attività è documentata fino al 957. Nel suo stesso
sito a partire dal 994 i documenti indicano l'abitato fortificato di Cilento, cioè
il Castellum Cilenti, per cui appare plausibile l'ipotesi che Lucania sia stata
distrutta nel corso della seconda metà del X sec. da un'incursione di Saraceni,
in quell'epoca particolarmente attivi sulle coste salernitane. Successivamente divenne
la sede principale della Baronia che poi fu trasferita a Rocca. Nel 1362 rimaneva
sulla vetta del monte solo una chiesa dedicata a S. Marco, poi denominata S. Maria
della Stella. Essa fu assegnata nel 1445 all'Arciprete di Cilento, residente a Rocca,
e poi concessa nel 1477 con oneri e rendite ai Carmelitani dal papa Paolo V, insieme
alla chiesa di S. Maria dei Martiri, nel sito dell'attuale Mercato, dove i monaci
poi edificarono il convento.