Tratto da Antonio Infante “Ricerche storiche su Mercato Cilento”
Al mastodontico convento dei Carmelitani si accede tramite una piccola, ma aggraziata
gradinata di pietra, che immette su uno spiazzo antistante il maestoso portale realizzato
in blocchi di pietra regolari, di manifattura locale, che donano all'ingresso una
vistosa, ma graziosa solennità e armonia. Credo che il portale fu costruito verso
la fine del Seicento, mentre in epoche successive furono ricavate nei muri perimetrali
altre porticine. Sul lato che da' verso l'abitato di Mercato, vi sono quattro torrioni,
costruiti quasi certamente per rinforzo al muro esterno. Al lato sinistro dell'ingresso
vi sono i cosiddetti « reparti monache », ossia dove abitarono delle suore fino
a pochi anni prima della seconda guerra mondiale. Si tratta di grandi vani intercomunicanti
tra oro, con altezza che superano i quattro metri, i cui finestroni: dieci al piano
terra ed altrettanti al piano superiore, danno sull'attuale strada provinciale.
Questi ambienti sono stati ristrutturati a varie riprese, adattandoli alle necessità
del momento, ma senza trasformare radicalmente la struttura originaria. Le porte
di accesso di queste celle monacali erano sotto il corridoio delle volte del colonnato
atriale, come pure quelle dell'antico refettorio e cucina. L'atrio è quadrangolare,
circondato da venti colonne, coeve alla fondazione, sulle quali poggiano i muri
dei vani interni del piano superiore. Tra il muro centrale dei quattro lati del
convento e le colonne, si apre un originalissimo porticato, dove i frati nell'ora
dell'aria, passeggiavano e pregavano. Al centro dell'atrio è ricavato un caratteristico
pozzo, la cui bocca quadrata si apre a croce a un metro dal suolo ed è formata da
pietre scalpellate; su di esse si erge un'architrave sulla quale è inciso: « Rocco
Marrocco, 1716 » e sul verso: « Sitientes venite ad aquas »; lo scultore di questa
bella testimonianza barocca era originario di San Mauro Cilento. Al piano superiore
del convento, si accede tramite tre scale, anticamente in legno, poi in pietra ed
ora in marmo; sono a due rampe e immettono ai grandi corridoi che recano alle celle
su ambo i lati, in tutto 33. Alcune poste sul lato dell'atrio con finestre che affacciano
sui portici, altre verso il lato che da' sulla strada provinciale, ove è stato anche
ricavato un grande salone con capienza di almeno 200 posti a sedere. Essendo i PP.
Carmelitani un ordine « possidente », la struttura del convento fu realizzata in
modo che fosse atta a recepire, in appositi ambienti, tutto il necessario per la
sopravvivenza e la conservazione delle derrate alimentari. Per cui il piano terra
ancora presenta gli ambienti che si prestavano a queste funzioni: dove si scaricavano
i muli al tempo della raccolta, depositi di attrezzi, ecc. La stessa maestosità
della struttura, fa supporre la magnificenza degli arredi e certamente la quantità
delle suppellettili, anche non strettamente sacre, che i frati, quando il convento
fu soppresso, in parte asportarono, in parte, rimaste abbandonate, deperirono o
furono saccheggiate. Sul lato nord, a ridosso dei muri perimetrali esterni della
chiesa, resistono ancora due torrini di difesa seicenteschi, uno dei quali, quello
a fianco all'ingresso, trasformato e adibito a campanile.